martedì 30 dicembre 2014

Apologeti della pedofilia - Marco Pannella



Marco Pannella, tra un digiuno e una partecipazione a una delle tante trasmissioni televisive spazzatura, spesso trova anche il tempo per esternare le sue idee pro pedofilia e pro incesto, il tutto rigorosamente davanti i riflettori delle telecamere. 

L'assunto di base del pensiero liberal di Pannella e compagni di partito (che, dopo lo scioglimento del PR, sono confluiti in parte nel PDL e in parte nel PD), è che la pedofilia, quando non danneggia nessuno (cioè quando non si traduce in abuso fisico, sfruttamento della prostituzione minorile ecc.) è un orientamento sessuale come un altro, da equiparare quindi all'eterosessualità e dell'omosessualità. Peccato che il pensiero di Pannella cozzi con tutti gli studi clinici di generazioni di psichiatri e criminologi, che hanno da tempo classificato la pedofilia come psicopatia e comportamento socialmente deviante.
Ecco a voi una carrellata delle sue farneticanti quanto delinquenziali dichiarazioni a favore della legalizzazione della pedofilia.

“In ogni caso in uno Stato di diritto essere pedofili, proclamarsi tali o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato; la pedofilia, come qualsiasi altra preferenza sessuale, diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone. È invece certo che criminalizzare i pedofili in quanto tali - come "categoria" - non sulla base dei loro comportamenti ma della loro "condizione", non è ulteriormente tollerabile, e alimenta forme di psicosi sociale, e eccessi di intolleranza che non costituiscono un'argine alla violenza contro i minori, ma uno stimolo a una caccia agli "untori" letteralmente devastante sul piano civile o politico” (dichiarazione rilasciata durante un convegno del Partito Radicale tenutosi a Roma nel 1998 al Senato della Repubblica e avente per titolo “Pedofilia e Internet, vecchie ossessioni e nuove critiche”).

“Siamo certi che gli adolescenti a cui molti paesi del mondo attribuiscono la capacità di rispondere in giudizio delle proprie azioni non abbiano invece pari consapevolezza e responsabilità nell’ambito sessuale? In ogni caso in uno Stato di diritto, essere pedofili, proclamarsi tali, o anche sostenerne la legittimità, non può essere considerato reato” 
(ibidem).

“Quindi, è del tutto inaccettabile la criminalizzazione di un orientamento sessuale [la pedofilia, n.d.A.) in quanto tale. Si tratta di affermare il diritto di tutti e di ciascuno a non essere condannati e nemmeno giudicati, sulla base della riprovazione morale che altri possono provare nei confronti delle loro preferenze sessuali. Criminalizzare i pedofili in quanto tali, al contrario, non serve a tutelare i minori, ma solo a creare un clima incivile” (estratto di una lettera di Pannella pubblicata sul quotidiano Libero il 30/10/2000).

Il problema in Italia non è la pedofilia – esiste anche la pedofobia (???) - ma la sessuofobia. Alla base di tutto c'è che si continua a ritenere il minorenne un minorato. Si continua a ritenere il ragazzino come privo di una sua personalità, mentre sappiamo che anche il neonato all'inizio, anche dentro la pancia, ha istinti di carattere sessuale. Il problema è [ritenere] che il ragazzino di 16-17 anni è necessariamente plagiato dal pedofilo” (dichiarazione rilasciata durante un'intervista alla redazione di Lo Sai)

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